čtvrtek 29. dubna 2010

INTERVISTA A SILVIO PARRELLO A PROPOSITO DELL´OMICIDIO DI PIER PAOLO PASOLINI

Silvio Parrello rappresenta il testimone, la memoria storica di un’epoca irripetibile ed unica, di un quartiere, Monteverde, abitato da Pier Paolo Pasolini. Venne soprannominato “er pecetto” dai suoi compagnucci della parrocchia di donna Olimpia, perché il padre di Silvio era il calzolaio del quartiere ed usava la pece per aggiustare le suole delle scarpe. Pier Paolo Pasolini, che per il quartiere di Monteverde, RM 16, è ancora vivo, a discapito del complotto politico che lo volle morto, lo nominò nel suo romanzo “Ragazzi di Vita” e lo inserì come personaggio. Il suo atelier è frequentato da molti intellettuali di Monteverde, quartiere dove Pier Paolo Pasolini ambientò i suoi romanzi e da dove prese l’ispirazione per alcune sue poesie, per esempio Villa Sciarra, le sue mura, ed il glicine, ora estirpato dall’ignoranza di un giardiniere e dal poco controllo degli addetti del Municipio XVI. Silvio Parrello dopo l’incontro con Pier Paolo Pasolini vede crescere il suo interesse per la cultura in genere, e ne rimane travolto. La poesia, la pittura, la testimonianza pasoliniana e la cultura in genere rappresentano i pilastri fondamentali della sua vita. Testimone e confidente scomodo, Silvio Parrello è da più parti intervistato.

D - A proposito di misteri, che ne pensi di questa morte. Hai una tua teoria?
R - “La notte del 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini fu ucciso all’idroscalo e nel complotto c’è stato anche, come pedina, un ragazzetto de 17 anni che è praticamente impossibile che abbia fatto tutto quello che i giornali dell’epoca hanno riportato. A Giusè, Pier Paolo s’arzava da solo na mucca sdraiata! Je se metteva sotto e l’arzava. Tu ce credi che sto mingherlino (mostra la foto di Giuseppe Pelosi all’epoca della morte del Poeta) da solo, ha ammazzato Pier Paolo?”
D - Ma l’ha investito con la macchina?
R - “Pe scappà… dopo che l’hanno massacrato cor bastone, li pugni e li carci. Erano in tre, intorno alla machina. Altri due controllavano da un’altra macchina poco distante ed un altro era in moto. Ce so di mezzo puro li servizi segreti dell’epoca. Quarcuno è puro morto”
D - Un vero e proprio complotto. Ma come fai a dire queste cose, non hai paura?
R - “Qui in zona abitano puro quelli che ci avevano na casetta all’idroscalo, proprio lì dove me l’hanno ammazzato. Quella notte li cani abbaiavano e si sentivano puro le strilla de quelli. Ognuno intorno nun s’azzardava ad aprì le persiane o a uscì dalle case. Se sentivano gli strilli e se vedevono le ombre in lontananza e la prima machina allontanasse con carma. Poi la moto in corsa e Pino Pelosi a fuggì con la machina di Pier Paolo. Qualcuno m’ha detto che Pino, quella notte, piangeva e strillava aiuto!”
D - Ma allora è stato un omicidio premeditato, compiuto materialmente da un gruppo di persone?
R - “A Giusè, te l’ho detto; è stato un complotto! E ce so certi che ancora jé da fastidio che se tenti de arrivà a sta verità
sull’omicidio. Pier Paolo dava fastidio alla destra, alla sinistra, alla chiesa, alla morale comune… insomma, a tutti! Secondo me la Procura de Roma farebbe bene a riaprì er “Caso Pasolini”, ma stavolta, nel caso si riaprisse, bisogna annà fino alla verità, così lo famo riposà in pace. È un’anima inquieta, e sta a fa' male alle coscienze di chi sa’ der complotto. Famolo riposà in pace!”
D – È vero che negli Appunti di Petrolio tra il 20 e il 30 Pasolini parla della faccenda Eni, in particolare di Cefis/Troya e delle sue spericolate imprese finanziarie lecite e illecite; e chiama in causa citandoli esplicitamente Andreotti e Fanfani?
R - Si, certo, è vero! È che il magistrato Vincenzo Calia ha ragione. Il fatto Pasolini è stato un fatto internazionale, ecco perché fa paura la verità. Il potere si preoccupava di Mattei perché se avesse di fatto evidenziato le potenzialità minerarie dell’Italia, questa si sarebbe potuta affrancare dagli americani. Così come gli americani hanno potuto eliminare Mattei attraverso la mafia, il potere occulto, la stessa cosa è stata attuata per eliminare Pier Paolo Pasolini. Sono sicuro che entro l’anno uscirà fuori la verità sulla morte di Pier Paolo da parte dei servizi segreti italiani che a tutt’oggi custodiscono questa pesante verità.
D – È vero che il testo dell'Appunto 21 "Lampi sull'Eni" è stato evidentemente sottratto (o smarrito): la pagina bianca lo indica e Pasolini in un Appunto successivo cita esplicitamente il contenuto di quel precedente appunto?
R - È tutto sparito. Solo i Servizi Segreti, forse deviati, potevano agire come hanno fatto.
D – È vero che l'accostamento Mattei/Pasolini l'ha fatto per la prima volta il giudice Vincenzo Calia che, a Pavia, ha decretato che la morte di Mattei fosse ascrivibile a un attentato e non a un incidente - e ha allegato agli atti della sua inchiesta sulla morte di Mattei una copia di Petrolio?
R - La copia allegata agli atti è sì dell’opera Petrolio, ma di Petrolio mancano 80 pagine e secondo Calia in quelle pagine mancanti ci sono proprio i nomi degli assassini di Mattei e dei mandanti. Le pagine sono state prelevate ed archiviate dai servizi segreti.
D – È vero che Pelosi ha fatto qualche nome, i due fratelli Borsellino, di coloro che effettivamente avrebbero picchiato a sangue Pasolini. Ma su Pelosi... penso che sia stato per tutta la sua vita prevalentemente un grande bugiardo... e poi dei due Borsellino aveva già parlato Sergio Citti; che ne pensa Silvio Parrello?
R - I due Borsellino è sicuro che c’erano, ma ora sono morti, mentre Giuseppe Mastini detto Johnny lo zingaro era lì con loro a picchiare Pasolini, e Pino non lo dice perché Johnny è ancora vivo, ha paura, ed è un suo amico; probabilmente il famoso plantare (41 piede dx) è proprio di Johnny. Johnny è in libertà vigilata, è uscito di recente. Pino però non fa i nomi dei grandi che realmente hanno ucciso Pasolini. Sicuramente uno di loro aveva una casetta lì all’idroscalo. Secondo me c’era la macchina di Pasolini, la macchina dei grandi che nella fuga ha demolito una recinzione lasciando sul reticolato anche del sangue di Pier Paolo, la moto Gilera dei ragazzi che l’avevano rubata qualche giorno prima ed una terza macchina targata Catania, macchina civetta dei picciotti mafiosi… Servizi Segreti??? La macchina dei grandi, uscita fuori strada dopo aver investito Pasolini, venne portata nella carrozzeria der Scannella, al portuense da Antonio Pinna che il 16 febbraio 1976 scomparse e la sua macchina venne trovata all’aeroporto di Fiumicino abbandonata, e di lui non si seppe più nulla, scomparso, volatilizzato! Il Pinna, di Donna Olimpia, amico di Pier Paolo fin dagli anni di “Ragazzi di Vita” detto Voilà, era un assiduo frequentatore di PPP. Cosa “attingeva” negli incontri col Pinna Pier Paolo…, non certo il sesso, ma solo informazioni sulla malavita romana che gli servivano poi come tematiche dei suoi romanzi, ed informazioni anche sui rapporti tra i personaggi politici e i fuorilegge divenuti in seguito brigatisti. Pino Pelosi è bugiardo perché è di natura bugiarda ed era un “amico” di Pier Paolo di vecchia data. Si incontravano quando ne avevano bisogno, perché con Pino si poteva fare solo sesso.
D - È vero che rileggendo "Io so" pensando a Cefis pare di individuare un attacco mirato "anche" all'uomo senza scrupoli successore di Mattei?
R - Eugenio Cefis, successore di Enrico Mattei, era coetaneo di Pasolini ed anche lui friulano. In “Io so” del 14 novembre 1974, Corriere della Sera, PPP denuncia in una sua confessione gli intrighi, le stragi, le connivenze politiche, che hanno portato alla successione di Mattei.
D – È vero che Andreotti commentò la morte di Pasolini con la frase "se l'è cercata". Che mi dici, Silvio?
R - L’ha detto perché PPP dava fastidio anche a lui. Andreotti sa chi ha ucciso Pasolini poiché il cervello di tutto in quel tempo era in America… Gli affari, il Potere, la Cia, la mafia, il potere nero, i servizi segreti italiani…
D – È vero che quelli erano anni in cui si contavano gambizzati o morti ammazzati tutti i giorni, anche tra i giornalisti, e che contestualmente Pasolini non fu certo un giornalista "addomesticato": pubblicò una serie di articoli che oggettivamente venivano considerati denunce, o aperte provocazioni soprattutto al "Palazzo", inteso come potere politico e potere economico?
R - “Il romanzo delle stragi” del novembre 1974, a febbraio ‘75 “Processo alla DC”, dieci mesi prima della sua morte, a giugno 1975 fece un altro articolo pesante contro la TV di Stato (RAI-Radio Televisione Italiana), a ottobre contro la Scuola di Stato che voleva abolire poiché non funzionava come avrebbe voluto. “Le 120 giornate di Sodoma” che rievocavano il ritiro del potere decadente a Salò, fu la firma definitiva per la sua morte per Ordine di Stato.
D – Che mi dici del conflitto tra Laura Betti ed Enzo Siciliano? Laura Betti - che certamente conosceva Pasolini più dei duemilioni di visitatori di www.pasolini.net messi insieme, e che era al corrente anche dei fatti, della vita reale di Pasolini - era largamente schierata con chi teorizzava un complotto; ma Enzo Siciliano, per esempio, non la pensava come lei. Perché; qualche ombra di connivenza di opposte fazioni culturali? Che ne pensa Silvio Parrello?
R - Che aveva visto giusto la Betti, la ragione era quella di Laura Betti. Enzo Siciliano non ha approfondito a dovere la questione e molto superficialmente ha allontanato la tesi del complotto politico internazionale. Che era stato un complotto l’aveva detto anche Alberto Moravia, grande amico di PPP.
D - Insomma, la Procura di Roma è stata chiamata a riaprire le indagini, il capo dei Ris si è dichiarato disponibile a fare indagini sul Dna dei reperti riguardanti l'assassinio di Pasolini e se non altro si dovrebbero avere conferme che molti di noi attendono: Pelosi non era solo... Ma il complotto?
R - L’ho già detto, non ci sono dubbi! È stato un complotto internazionale con a capo la CIA. Questa verità verrà fuori con questo nuovo Presidente, illuminato, Barack Obama, che ha dalla sua parte la forte leadership che lo avvicina al Presidente Kennedy.
D – Che mi dici di questo "tormentone" che il recentissimo Profondo nero ha riportato alla ribalta dell'attualità?
R - In Profondo Nero l’unica verità è quella del Magistrato Vincenzo Calia, il resto è tutta roba detta e ridetta…..e risaputa.
Resta chiaro, in ogni caso, per ciò che riguarda Pasolini, che più della sua morte, continueremo a parlare delle sue opere, stimolando tutti a conoscere meglio un Autore i cui scritti e il cui cinema a mio parere risultano indispensabili per meglio comprendere anche la tristissima realtà dei giorni nostri.
Concludo con l’orazione funebre di Alberto Moravia: “… Con la morte di Pier Paolo Pasolini abbiamo perduto anche il “simile”. Cosa intendo per "simile”? Intendo che lui ha fatto delle cose, si è allineato, nella nostra cultura, accanto ai nostri maggiori scrittori, ai nostri maggiori registi. In questo era “simile”, cioè era un elemento prezioso di qualsiasi società: qualsiasi società sarebbe stata contenta di avere Pasolini tra le sue file. Noi abbiamo perso prima di tutto un poeta. E di poeti non ce ne sono tanti, nel mondo. Ne nascono soltanto tre o quattro in un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà fra i pochissimi che conteranno, come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro. Abbiamo perso, dunque, questo poeta, straordinario, che ha creato una cosa nuova e straordinaria nell'Italia: ha creato la poesia civile…”

SOURCE:

http://www.pasolini.net/indagini2010_Lorin_Parrello.htm

Žádné komentáře: